Meglio bere l’acqua in bottiglia, quella del rubinetto oppure quella filtrata? Sono ormai troppi gli interessi economici dietro a questo enorme affare dell'acqua che beviamo, al punto che pochi sono in grado di dire con precisione se è meglio bere l'acqua in bottiglia, quella del rubinetto, oppure quella filtrata. La verità, come spesso succede, sta nel mezzo, ma è utile avere alcune informazioni in merito. Solo in Italia le aziende produttrici di acque minerali vendono ogni anno più di 5 miliardi di bottiglie, fatturando annualmente quasi 3 miliardi di Euro. Se conosciamo questi dati o ci basiamo solo su quello che la pubblicità ogni giorno ci dice, alla fine pensiamo che bere acqua in bottiglia sia la cosa migliore per la nostra salute.
Ma la realtà riserva a volte delle sorprese, perché ben pochi sanno che la legge italiana ha consentito per oltre 30 anni la presenza di elementi chimici potenzialmente dannosi (ad esempio arsenico, cadmio, fluoruro) in quantità molto più elevate rispetto all'acqua del rubinetto, e solo dal 1 gennaio 2005 il Governo ha finalmente imposto nuovi limiti per certi elementi nocivi, dichiarando fuori legge ben 115 marche. I controlli sulla acque in bottiglia sono meno frequenti di quelli effettuati sugli acquedotti, e a volte la plastica delle bottiglie può risultare molto pericolosa (pensate solo a ciò che accade a luglio e ad agosto nei depositi, nei supermercati o sui camion che trasportano milioni di bottiglie di plastica) se esposta al sole. L'acqua del rubinetto di molte città italiane invece, pur essendo di buona qualità, presenta alcuni inconvenienti: il contenuto di cloro che ne altera il gusto, oppure, in base alla falda acquifera dalla quale proviene, elementi chimici dannosi. Durante il percorso che l'acqua compie per giungere dall'acquedotto al rubinetto delle abitazioni, le tubature, specie se vecchie, possono rilasciare altre sostanze nocive per la salute.
Ci si domanda allora quale sia la reale efficacia dei filtri domestici che depurano l'acqua. Esistono è vero alcuni impianti di depurazione che filtrano poco o nulla delle principali sostane tossiche, ma è anche vero che ne esistono alcuni che funzionano molto bene, come quelli ad "Osmosi inversa" che sono in grado di eliminare quasi il 100% delle sostanze tossiche, rendendo l'acqua del rubinetto molto più sicura di quella di tante marche conosciute. Gli impianti ad Osmosi inversa vengono comunemente usati negli ospedali, nei laboratori chimici delle principali aziende che producono bevande come la birra o la Coca-Cola, dalle associazioni umanitarie come l'Unicef per produrre acqua potabile in zone del pianeta dove non esiste in natura. Addirittura, e qui sta la beffa, molte delle acque che ogni giorno vengono vendute nei supermercati, non contengono altro che acqua del rubinetto filtrata da impianti di depurazione ad Osmosi inversa. Gli scandali sui depuratori trasmessi dalla televisione, fanno comunque pensare che, esistendo in effetti sul mercato alcuni impianti che sono poco efficaci, se ne sia approfittato per sparare a zero su tutti i tipi di impianti, forse per gli enormi interessi commerciali e pubblicitari legati alle acque minerali.
Negli Stati Uniti, paese attentissimo a questo genere di informazioni, milioni di persone utilizzano ogni giorno gli impianti ad Osmosi inversa, senza che nessun caso sia mai finito davanti alle autorità governative che vigilano su questo genere di impianti. Gli impianti devono essere ovviamente a norma e certificati, il loro costo deve essere adeguato e quindi non troppo basso (un costo corretto che includa i filtri, l'installazione e la manutenzione può aggirarsi intorno ai 1000 Euro), e cambiando almeno una volta all'anno i filtri (se sono di buona qualità possono avere un costo compreso fra i 50 e i 100 Euro) si possono purificare fino a 10mila litri di acqua. Il costo medio per ogni litro di acqua prodotta con questo sistema è di 0,007 Euro al litro (contro una media di 0,20 Euro al litro per una bottiglia al supermercato) e quindi una famiglia di 4 persone che beve mediamente 2 litri di acqua al giorno può risparmiare circa 500 Euro all'anno. Oltre ai costi inferiori si avrebbe anche la comodità di produrre acqua in proprio evitando ogni settimana faticosi carichi al supermercato, e la fine della raccolta differenziata della plastica con un grande beneficio anche per l'ambiente (in Italia ogni anno si buttano 5 miliardi di bottiglie di plastica per un totale di 128mila tonnellate di rifiuti tossici), senza contare il gasolio che verrebbe risparmiato per i trasporti di milioni di bottiglie in tutto il paese. Risparmio e riduzione dei danni ambientali ma a scapito delle grandi multinazionali. E' per questo che se ne parla così poco?